L’invalidità professionale, nata ai tempi delle ferrovie nazionali come assicurazione complementare finanziata solo ed esclusivamente dal datore di lavoro, è considerata dalle FFS antiquata e superata. Sebbene l’Amministrazione federale (ma non la Posta) abbia abolito l’invalidità professionale, soprattutto le FFS continuano a distinguersi per un gran numero di profili professionali individuali e unici nel loro genere.
Ora le FFS intendono limitare definitivamente questa assicurazione. Già nell’aprile 2022, nell’ambito delle misure unilaterali di riduzione dei costi previste per la cassa pensioni, le FFS avevano disdetto in via precauzionale l’invalidità professionale. Ora le FFS fanno dietrofront e revocano questa disdetta. Tuttavia, d’ora in poi le condizioni d’accesso al diritto saranno limitate nel modo seguente:
- solo dopo 15 anni di servizio (attualmente 10);
- solo dai 55 anni compiuti in poi (attualmente 50);
- per il personale dei livelli salariali A-J (attualmente tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori).
Come già comunicato dalle FFS, l’invalidità professionale è una prestazione supplementare concessa e finanziata esclusivamente dalla stessa impresa. Pertanto non sono previsti diritti di consultazione o negoziazioni con le parti sociali. Di conseguenza, non esiste una base giuridica che permetta ai sindacati di intervenire. Le modalità sono regolamentate esclusivamente in un contratto tra le FFS o FFS Cargo e la cassa pensioni FFS.
Nonostante l’imminente limitazione d’accesso all’invalidità professionale, transfair accoglie con favore il mantenimento dell’assicurazione. Le nuove condizioni di accesso entreranno in vigore il 1° aprile 2023, quelle attuali varranno ancora fino al 31 marzo 2023. Determinante è la data d’inizio del pagamento delle indennità giornaliere per malattia