Discriminazione salariale: no a una soglia di tolleranza del 5 per cento
Le mozioni chiedono una modifica dell’attuale legge sulla parità dei sessi (LPar). Una delle rivendicazioni cardine delle due mozioni è l’abolizione della soglia di tolleranza del 5 per cento nella discriminazione salariale. La LPar impone alle imprese con 100 o più collaboratrici e collaboratori di fare analizzare i loro stipendi per rilevare la presenza di discriminazioni tra uomini e donne. A questo scopo, la Confederazione mette a disposizione delle aziende lo strumento di analisi standard Logib, il quale prevede una soglia di tolleranza del cinque per cento. Se dall’analisi emerge una differenza di stipendio inspiegabile inferiore al cinque per cento, si presume che la discriminazione salariale sistematica sia trascurabile. Se la discriminazione salariale strutturale ammonta invece al cinque per cento, si deve tuttavia supporre che quella individuale sia in parte nettamente superiore. Di conseguenza, la soglia di tolleranza del 5 per cento lancia un segnale sbagliato alle imprese. Inoltre, non è riscontrabile né in una legge né in un’ordinanza. Da uno studio condotto dall’Ufficio per le pari opportunità del Canton Vaud emerge che, applicando una soglia di tolleranza del 5 per cento, nell’80 per cento delle imprese la discriminazione salariale risulta inesistente. Nel caso in cui non venga applicata, invece, in più del 50 per cento delle aziende è riscontrabile una differenza retributiva inesplicata. Nelle analisi salariali non vi è giustificazione metodologica né giuridica per cui la soglia di tolleranza debba essere abolita. Pertanto, al posto di una soglia del 5 per cento, le mozioni chiedono un test di significatività da cui si possa evincere se le differenze salariali sono sensibilmente diverse da zero.
Il fatto che la soglia di tolleranza del 5 per cento è problematica è dimostrato anche dagli ultimi risultati dell’analisi sui salari dell’Amministrazione federale. Due unità amministrative della Confederazione, la BLEs (Base logistica dell’esercito) e l’ISCeco (Information Service Center DEFR), presentano differenze salariali oltre il 5 per cento. Tuttavia, alla BLEs il valore non si discosta significativamente dalla soglia di tolleranza del 5 per cento. Per questo motivo, l’Amministrazione federale ha lasciato passare il valore della BLEs. Fatto del tutto inaccettabile che deve essere rettificato. A che cosa serve una soglia di tolleranza del 5 per cento, se poi è possibile discostarsene? Si tratta solo di una scappatoia che non rende in alcun modo giustizia alla legge sulla parità dei sessi.