Parità salariale: la Posta è su quasi tutti i punti all’altezza della sua funzione modello

Posta/Logistica

Parità salariale: la Posta è su quasi tutti i punti all’altezza della sua funzione modello

Oggi la Posta svizzera, uno dei principali datori di lavoro del nostro Paese, ha presentato la sua analisi della parità salariale. transfair è soddisfatto del risultato del suo partner sociale e si dice rallegrato del fatto che si stia affrontando intensamente la questione relativa alle differenze salariali tra uomini e donne. Tuttavia, anche presso la Posta, esistono ancora alcune differenze inspiegabili per quanto riguarda gli stipendi. transfair desidera eliminare queste disuguaglianze nel quadro del partenariato sociale.

Kerstin Büchel

Sulla base dei dati salariali risalenti al mese di ottobre 2020, la Posta ha svolto per le sue nove società del gruppo un’analisi della parità salariale mediante lo strumento di analisi «Logib» e ha fatto verificare questo risultato da un istituto indipendente.

transfair si rallegra del fatto che, dopo l’ultima analisi salariale, la Posta sia riuscita a ridurre ulteriormente le differenze salariali inspiegabili tra donne e uomini e che le misure attuate stiano dimostrando la loro efficacia. Kerstin Büchel, responsabile sostituta della categoria Posta/Logistica di transfair, sottolinea: «transfair si dice soddisfatto che la Posta si impegni nel quadro del partenariato sociale per la parità salariale e dia così l’esempio come datore di lavoro moderno e leale».

Ciononostante occorre intervenire: presso Immobili e Servizi (IMS), l’inspiegabile divario salariale ammonta all’8,9 per cento. transfair sta già dialogando con IMS e si dice fiducioso che i partner sociali siano in grado di elaborare misure congiunte per poter eliminare una volta per tutte le disuguaglianze. Il sindacato accompagnerà e osserverà questo processo con attenzione.

Dare il buon esempio con RESPECT8-3.CH

Quando transfair, assieme alla sua federazione mantello Travail.Suisse e alle altre associazioni aderenti, ha creato la piattaforma contro la discriminazione salariale «RESPECT8-3.CH», l’obiettivo era chiaro: istituire una lista bianca per promuovere i comportamenti positivi e l’assunzione di un ruolo di precursore nell’ambito della parità salariale.

La Posta è stato uno dei primi datori di lavoro a iscriversi nella lista bianca. E, anche con i risultati presentati oggi, dimostra di perseguire con coerenza la strada della parità salariale. Thomas Bauer, responsabile Politiche economiche di Travail.Suisse e capo del progetto RESPECT8-3.CH, esprime parole di elogio: «l’approccio della Posta corrisponde alle nostre idee: analizzare gli stipendi, comunicare i risultati, adottare misure sulla parità salariale in collaborazione con i partner sociali e attuarle con coerenza».

Contatto

Kerstin Büchel, stellvertretende Branchenleiterin Post/Logistik von transfair, kerstin.buechel@transfair.ch, 076 440 33 33

Thomas Bauer, Leiter Wirtschaftspolitik bei Travail.Suisse und Projektverantwortlicher von RESPECT8-3.CH, bauer@travailsuisse.ch, 077 421 60 04.

RESPECT8-3.CH rafforza la legge sulla parità dei sessi

Il 44,1 per cento della disparità salariale è inspiegabile, il che equivale a 7,7 miliardi di franchi all’anno che mancano alle donne sul loro conto corrente senza una ragione plausibile. Per far fronte a questo problema, il 1° luglio 2020 è entrata in vigore la revisione della legge sulla parità dei sessi, che obbliga le imprese con più di 100 lavoratori ad analizzare la loro struttura salariale, sottoporla a una revisione e comunicare i risultati ai collaboratori. Tutto questo suona bene a parole, ma visto che non sono previsti né controlli né sanzioni, la legge passerà alla storia come una tigre di carta senza artigli. RESPECT8-3.CH, la piattaforma contro la discriminazione salariale di Travail.Suisse e delle sue associazioni, colma questa lacuna. Sulla stessa piattaforma possono registrarsi le aziende che prendono sul serio la parità salariale. Anche le imprese con 50-99 collaboratori possono farlo e dimostrare così il loro impegno contro la discriminazione salariale, anche senza essere obbligate per legge. In una prima fase, una lista bianca metterà in evidenza le Best Practice. In futuro, la piattaforma sarà completata da una lista nera delle imprese che non si attengono alle disposizioni della LPar.