Molti momenti positivi e negativi

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Molti momenti positivi e negativi

Alla fine di novembre Martin von Gunten è andato in pensione dopo 35 anni trascorsi alle dipendenze di Swisscom. Un lungo periodo, in cui molte cose sono cambiate nel mondo del lavoro. Ma anche nel suo impegno di lunga data per transfair e per le collaboratrici e i collaboratori di Swisscom. A motivarlo c’è sempre stata la sua convinzione: «bisogna amare le persone».

Marika Schaeren
Martin von Gunten

Quanto tempo hai lavorato per Swisscom e in quali funzioni?

Questo ottobre sono esattamente 35 anni. Un lungo periodo, in cui ho vissuto molti momenti positivi, ma anche negativi. Quando ho iniziato a lavorare alla Direzione delle telecomunicazioni a Thun, non pensavo che sarei rimasto in questa impresa fino alla pensione. Durante tutti questi anni ho ricoperto diverse funzioni, come ad esempio ingegnere elettrico, responsabile di settore e business analyst.

Cosa è cambiato maggiormente negli ultimi 35 anni?

Oltre all’accresciuta pressione sui costi, alla rapida evoluzione tecnologica e all’aumento dei rischi, soprattutto il numero e la velocità dei mutamenti in corso. Riordinarsi, ritrovarsi e adattarsi al ruolo attuale in brevi intervalli richiede tempo, il che molto spesso viene sottovalutato e dopo un breve periodo viene di nuovo cambiato, a scapito della continuità.

Quali sono, a tuo parere, le attuali sfide di Swisscom?

Nella libera economia di mercato e presso Swisscom le finanze sono la forza trainante. Questo può generare contraddizioni, ad esempio in relazione ai prodotti e ai servizi: «spese di gestione vs. costi di personale vs. pressione sui prezzi». Ci sono diversi esempi di questo tipo e a mio parere non sempre vengono risolti nel migliore dei modi. Questa è una cosa che deve cambiare. Inoltre, gli attuali processi di cambiamento della forma di collaborazione verso un assetto agile richiedono più tempo del previsto perché comportano un cambiamento culturale. È risaputo che tali mutamenti non possono essere semplicemente ordinati, ma devono essere vissuti.

Quali sono i tuoi progetti dopo il pensionamento?

Non voglio avere per forza una lista di cose da fare! Voglio semplicemente essere nonno dei miei tre nipoti e curare i miei contatti sociali. Inoltre, mi dedicherò ai miei hobby, ossia alla mia passione per l’aviazione e all’approfondimento delle mie conoscenze di climatologia e meteorologia.

C’è qualcosa che ti mancherà della tua vita lavorativa?

Penso che a questa domanda potrò rispondere solo tra qualche tempo. Ma a primo acchito direi lo scambio personale con le numerose colleghe e i numerosi colleghi.

E in veste di membro di lunga data di transfair: cosa è cambiato maggiormente?

La professionalizzazione e la presenza delle attività sono diventate molto più intense. Molte cose accadono in secondo piano e i membri non se ne accorgono direttamente. L’interazione continua e basata sulla fiducia tra transfair e Swisscom si è rivelata essere la chiave del successo.

Cosa ti ha motivato a impegnarti per tutti questi anni nel sindacato?

Sono convinto di una cosa: «si devono amare le persone». In questa convinzione sono incluse molte qualità quali la giustizia, l’apprezzamento, l’equità e le competenze sociali. Tutti aspetti che mi accompagnano e mi motivano da sempre.