Le riunioni di partecipazione sono utili?

ICT

Le riunioni di par­te­ci­pa­zione sono utili?

La pianificazione del personale e le riunioni di partecipazione sono diventate un esercizio inevitabile. Ogni anno i partner sociali devono attraversare un noioso processo, ossia quello di analizzare ogni singolo caso e cercare delle soluzioni.

Robert Métrailler

Nel quadro di questi incontri, Swisscom informa i suoi partner sociali sui progetti di riorganizzazione e sul numero di persone che ne è interessato. Le riunioni di partecipazione obbediscono da una parte alla volontà dei responsabili dell’impresa di ridurre i costi e dall’altra di rivedere le strutture delle unità in funzione dell’evoluzione dei mercati e della tecnologia.

Nonostante le prime cifre sulle persone interessate dalle ristrutturazioni destino qualche inquietudine, il processo di partecipazione di quest’anno e la fluttuazione del personale hanno contribuito in maniera significativa a ridurre la perdita di impieghi. Grazie allo sviluppo di nuovi settori, può essere stabilizzato l’effettivo del gruppo Swisscom. A priori si potrebbe dire che il processo di partecipazione funzioni relativamente bene. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il mercato esige nuove competenze e nuovi profili. Questi ultimi arrivano tuttavia sempre più dall’estero o Swisscom si procura le competenze tramite le esternalizzazioni.

Allora va tutto bene?

Purtroppo no! Queste ripetute manovre di risparmio provocano una sensazione di rassegnazione e rendono difficile per i collaboratori guardare al futuro. Il malumore è palese. Tuttavia, è difficile dire se i tagli di posti di lavoro abbiano anche conseguenze negative per la qualità dei servizi. Le persone se ne vanno, ma il lavoro che devono svolgere i «superstiti» resta, con una pressione sempre più palpabile. Una situazione che non è più accettabile.